Stefano Trentini
Sono Stefano Trentini, ho 63 anni e vivo da sempre al Lido di Venezia che è un’isoletta proprio di fronte a Venezia e che la difende dal mare.
La mia prima passione vera fu la fotografia ed è stato grazie a questa che un giorno mi decisi a “mettere su carta” una mia riflessione.
E questa, rifacendomi ad una certa filosofia Zen, la chiamai “Mu Shin Do” (senza pensiero cosciente).
Questo mi condizionò tutta la vita così, ad un certo punto, la fotografia non mi bastò più e nel 1987
mi misi a costruire il mio primo coltello partendo da zero, giusto per vedere, toccare con mano, se la mia “non tecnica” (il Mu Shin Do) fosse davvero applicabile a qualsiasi attività così come ne ero convinto.
Beh, lo era, e così dopo aver costruito il mio n°1, continuai a sviluppare e coltivare la mia nuova passione,
la coltelleria (che già mi affascinava fin da piccolo).
Applicai il mio stesso “modus operandi” della fotografia e mi misi a fare solo cose (coltelli) che mi piacessero
ed esclusivamente in pezzo unico.
All’epoca, internet non c’era, i libri erano costosi e solo in inglese, così capii presto che c’era un modo migliore per imparare e a “costo zero” e cioè sbagliare e rifare ricordando gli errori fatti.
A fare solo pezzi unici, è più facile sbagliare che facendo tre o più coltelli uguali (il terzo, verrebbe ovviamente meglio del primo e così via) così decisi che avrei sempre fatto pezzi unici in modo da incontrare più “maestri” possibili dato che considero gli errori fatti come gli unici veri maestri.
Una mia caratteristica è che mi piacciono quasi tutte le tipologie, tranne i pieghevoli che, pur piacendomi, non mi hanno mai affascinato così tanto da volerne costruire uno.
Dato che la mia passione nasce e muore nella costruzione di per sè, non frequento mostre, fiere, raduni e cose simili,
ma visto che mi piace condividere e quando possibile, dare una mano a chi è agli inizi, allora sono piuttosto presente sul Web.
La mia tecnica è semplice: non ho forgia e faccio i miei coltelli esclusivamente per asportazione del materiale,
come tutti, faccio la mia lama con il nastro (i nastri) ma giunto a grana 400, continuo esclusivamente a mano.
Quando è tutta rifinita a gr.600, la tempro e poi la pulisco e lucido ancora (la lama temprata è nera e molto più dura di prima) esclusivamente a mano per avere linee più nitide e per rispettarle maggiormante, senza i tipici arrotondamenti dovuti alle attrezzature meccaniche.
Successivamente passo ai fornimenti e quindi al fodero, finito un coltello, passo a fargli un eventuale supporto e poi le foto.
In pratica, eseguo tutto personalmente “dalla A alla Z” e non mi rivolgo a nessun’altro in nessuna fase della costruzione.
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