I coltelli di Roberto Ottonello

La mia passione per i coltelli risale all’infanzia. Già allora chi voleva farmi un regalo gradito mi donava un coltellino, apprezzavo soprattutto quelli affilati e ben appuntiti. Ho poi iniziato a personalizzare i coltelli modificando lame e/o impugnature.

Avevo circa quattordici anni quando ho realizzato la mia prima lama “reinterpretando” la mezzaluna della cucina di casa, esperimento non molto gradito da mia madre, il che mi ha portato a ricercare all’esterno altro materiale di recupero, tipo vecchie falci, lame da seghetto, tondini da armature edili, e così via.
I coltelli così ottenuti (battendo l’acciaio a caldo e sagomandolo con la mola da banco, lime e tanto olio di gomito), presentavano il vantaggio di consentire una buona tenuta del filo; restava solo un problema: la ruggine!

Da quel momento ho iniziato la ricerca di un acciaio inossidabile buono per coltelli, impresa ardua poiché l’inox di uso comune ha un tenore di carbonio talmente basso da non poter essere temprato. Grazie anche al lavoro di saldatore, ho avuto la possibilità di acquisire nozioni utili allo scopo: ho reperito libri e manuali in librerie specializzate, studiato l’analisi chimica e le caratteristiche di ogni acciaio inossidabile e, tramite la ditta per cui lavoravo, ho potuto acquistare una lamiera di AISI 420 al molibdeno (MA5M), che ritengo uno dei migliori per il rapporto tra lavorabilità, qualità e prezzo.
Si è presentato allora – siamo a metà anni ’90 – il problema di effettuare una tempra adeguata: dapprima mi sono affidato ad una ditta specializzata in trattamenti termici, ma purtroppo non per coltelleria ! Finalmente, attraverso riviste specializzate, ho conosciuto la Fapa di Mulazzano, azienda leader nella fornitura di materiali e attrezzature per la coltelleria artigianale, che si occupava anche di far eseguire la tempra in atmosfera protetta .
In questo modo, le lame temprate risultano bianche mentre, con la tempra tradizionale, le lame si anneriscono e perdono durezza per effetto della decarburazione superficiale dovuta alla presenza di ossigeno.
Realizzo lame d’ogni tipo: coltelli da caccia e da cucina, articoli da collezione e miniature, riproduzioni di armi antiche e attrezzi da lavoro; ognuno di questi pezzi viene realizzato con l’acciaio che ritengo di volta in volta più opportuno tra l’MA5M, l’N690 Bohler, l’RWL 34, il damasco inox; per quanto riguarda i manici prediligo il legno: snakewood, radiche di erica, amboina, ulivo; per i coltelli da cucina amo il maggiociondolo, che uso soprattutto per il masunin, il coltello tradizionale del mio paese, ma apprezzo la micarta, più adatta ad un uso professionale.
Per tutti i miei coltelli le lame sono lucide: questo è davvero un punto su cui non si può discutere. Se nel filo ci sono delle righe di carta a vetro questo, visto al microscopio, sembra una lima, per cui l’attrito riduce, anche se in minima parte, la capacità di tagliare della lama; inoltre se il coltello è ben finito passandolo nell’acqua rimane asciutto,caratteristica particolarmente apprezzata in cucina.
Normalmente realizzo le mie lame per asportazione di materiale, anche perché questo è il tipo di lavorazione più consono al tipo di acciaio che utilizzo, ma sento dentro una gran passione per la forgiatura, a cui mi dedico ogni tanto e che, al di là dei risultati, mi dà una gran soddisfazione. Nel tempo ho aderito a varie associazioni, tra le quali l’ACHI, che ho contribuito a fondare, l’associazione arrotini e coltellerie (AAeC), e la Corporazione Italiana Coltellinai (CIC)… ottenuta l’ammissione nel 2005, ho ricevuto nel 2007 il grado di Maestro, il che consente la partecipazione allo show di Milano, uno dei più importanti in Europa per la coltelleria custom.

Partecipando alle mostre di settore ho ricevuto premi quali 2° classificato per Miglior Coltello Lama Fissa alla 3°mostra del Coltello Artigianale di Langhirano, organizzata dal compianto Veraldo Nevi…era un bell’appuntamento ma non più proposta negli ultimi anni….il premio per il miglior coltello tradizionale a “LAME SOTTO I PORTICI 2011”, bellissima mostra organizzata dagli infaticabili volontari dell’AVIS di Romano di Lombardia e l’ultimo a Roccagiovine 2015 per il coltello “colpo di fulmine”. Normalmente non mi sposto dall’Italia , con eccezione per la mostra di Thiers, vicino a Lione, ma in futuro mi piacerebbe esplorare anche Madrid Parigi e magari gli States…mai dire mai!

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