I coltelli di Michele Sferragatta

E’ più bello sfiorare le forme sinuose delle nubi volando o è più bello dare forme sinuose al corno ed all’acciaio? Sarà bello al culmine dell’esistenza sapere di aver fatto entrambe…

Mi chiamo Michele Sferragatta ed ho 62 anni, sono un uomo fortunato perché nella vita ho potuto fare due lavori tra i più belli del mondo, volare e costruire coltelli.

La passione del volo l’ho avuta fin da bambino e sono riuscito a coronare il mio sogno entrando nell’Aviazione dell’Esercito e diventando prima pilota di aereo e poi di elicottero; ho volato fino al 2012 anno in cui ho lasciato il servizio attivo. E’ stato un periodo tra i più emozionanti della mia vita.

Proprio negli anni durante i quali ho prestato servizio in Sardegna si è concretizzata la mia seconda passione: sin da giovane ero appassionato di lame ed in particolare di coltelli chiudibili, soprattutto quelli nati dalla tradizione popolare nelle attività agro pastorali. Con una passione del genere, arrivare in Sardegna ove da sempre esiste una millenaria tradizione, è veramente il massimo.

Un pomeriggio del 2002 mi recai da un artigiano di Villacidro, Antonio Murgia, gli chiesi di costruirmi due coltelli, parlammo tanto di come realizzarli ed alla fine lui mi disse, forse vedendo il mio entusiasmo: li costruiamo insieme? Io pensai che mi stesse prendendo in giro ma non era così e per due settimane feci il ragazzo di bottega da Antonio. Terminati i due coltelli mi propose di provare a farne uno da solo con la sua guida, ancora conservo gelosamente in bacheca quel coltellino e da allora non ho più smesso.

Grazie ad Antonio Murgia che mi ha insegnato i rudimenti di questa splendida arte, dedicando anni di impegno e passione, ho potuto migliorare la tecnica e trovare uno stile che, partendo dalle forme classiche della tradizione sarda e passando attraverso la mia fantasia e la ricerca dell’armonia, arrivasse alla realizzazione di manufatti che fossero la mia identità. Uno stile particolare che non a tutti può piacere ma che sicuramente si identificasse con l’artigiano.

La maturazione di tutto ciò è culminata nella grande soddisfazione ricevuta nel 2015 quando, avendo sostenuto l’esame per entrare a far parte della Corporazione Sarda Coltellinai, sono stato ammesso con la qualifica di Maestro. Antonio ormai non c’è più, ci ha lasciati prematuramente, io lo ringrazierò sempre per avermi trasmesso parte della sua arte. Dopo aver vissuto molti anni in Sardegna sono stato trasferito in Alto Adige dove ho voluto scoprire le antiche tradizioni locali sul coltello. Ora dopo varie ricerche e approfondimenti, aiutato da mia moglie Rita, sarda e con una buona conoscenza della lingua tedesca, ho creato una mia interpretazione degli antichi coltelli altoatesini e tirolesi.

Un giorno Antonio mi disse agli inizi della mia attività: devi avere un punzone. Ritenni che Michele Sferragatta fosse troppo lungo ed allora pensai che il mio identificativo nelle missioni di volo “Cormorano”, che mi aveva portato sempre fortuna, poteva andar bene e così nacque Cormoran.

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