I coltelli di Alberto Gariboldi
Sono Alberto Gariboldi e amo il bosco, l’acqua, il fuoco. Amo la musica, la luce e i colori.
Quando realizzo un oggetto mi firmo Garbino, un vento irregolare, rafficato, senza una direzione precisa ma sempre e comunque tendenzialmente verso l’orizzonte. Vento difficile da gestire e potenzialmente antipatico ai naviganti.
Sono appassionato di creatività, vita all’aperto, nodi, navigazione, meccanica, artigianato vario e soprattutto dell’antica e sempre attuale arte di arrangiarsi: credo nella funzione originaria del nostro pollice opponibile, ovvero quella di prendere, costruire, creare, manipolare. Nel coltello trovo una sintesi perfetta di storia, arte, cultura, artigianato, tecnologia ed estetica.
Il coltello.. Un oggetto, il primo utensile creato dall’uomo, tanto semplice e pratico quanto eclettico nel suo stesso essere di tutti i posti, di tutti i tempi, di tutte le culture e di tutti i materiali.
Dal 2007 cerco di crescere in questo spettacolare mondo di taglienti, in cui non manca mai occasione di crescita e miglioramento; non mi nego mai la possibilità di provare a lavorare un nuovo materiale poiché la ricerca e lo studio sono parte inscindibile del mio fare.
Mi occupo di tutte le lavorazioni, eccezion fatta per i foderi. Per i manici prediligo materiali naturali (spesso legni pregiati che ricerco, taglio e stagiono) e accoppiamenti meccanici validi anche senza l’utilizzo di collanti; forgio personalmente e manualmente l’acciaio damasco, eseguo nel mio laboratorio i trattamenti termici ed eventuali lavorazioni a controllo numerico. Le molature sono rigorosamente a mano libera e le finiture manuali.
Il mio principale Maestro e punto di riferimento, per quanto riguarda la coltelleria, è stato fin dal principio Claudio Riboni
