I coltelli di Adriano Donzelli
Iniziai a disegnare un qualcosa e scolpirne i materiali, per donar loro un senso e delle proporzioni, nel settembre del 2012, tra risate, amici e musica, nel mezzo metro quadrato di banco che mio padre mi aveva concesso. Racimolai un pezzo di C70, una lima, un trapano e due listelli di noce nazionale, nella tranquillità della campagna bergamasca.
Credo d’aver veicolato tutte le passioni di una vita in quello, immaginando, disegnando e costruendo qualcosa, per poi imparare a rispettare e capire il coltello, in modo sempre più consapevole, cercando di valorizzarne le forme, senza porre vincoli o limiti alla mia immaginazione, e quindi al mio miglioramento.
Il coltello è il primo strumento pensato dall’uomo. Non un sasso, oppure un ramo, destinati ad un uso per il quale non sono stati pensati, ma un oggetto ricavato da ciò che si ha a disposizione, attraverso modifiche operate con uno scopo preciso, per sopperire a ciò di cui la natura ha deciso di privarci, un artiglio, che nei millenni abbiamo migliorato e definito.
Ogni mio pezzo, è un piccolo miglioramento personale, attraverso la pazienza e le cure talvolta amorevoli, talvolta assai poco delicate, che occorrono per realizzarlo. Prediligo forme d’impronta fighter, che tendo a fondere con alcuni fornimenti e finiture d’ispirazione orientale, senza però volermi limitare. I miei ferri, sono i miei ferri, li realizzo per me stesso e in base a ciò che provo in un determinato periodo della mia vita, traducendolo in acciaio, legno e cuoio. Ognuno di loro ha qualcosa di mio, un pezzetto d’ottone o di rame, un bottone o un legno appartenuti a un particolare momento della mia vita. Li cedo esclusivamente ad amici, o a chi non intende possedere un oggetto fra tanti, ma il risultato di un amore.
Disegno e costruisco coltelli che richiamino tutti questi concetti, occupandomi personalmente di ogni aspetto della loro nascita; utilizzo acciai carboniosi e inox, anche sinterizzati, dedicandomi nel contempo all’apprendimento della forgiatura del damasco, grazie all’Associazione Culturale dei Coltellinai Forgiatori Bergamaschi, con la quale mi diverto (un mondo) dal 2014. Naturalmente, realizzo anche i foderi per i miei coltelli.
Penso sarebbe fuori luogo presentarsi ad una cena con degli abiti a casaccio, presi frettolosamente dall’armadio, dopo aver dedicato tempo e cure al farsi belli per le signore. Una lama nasce, vive e muore sotto esame, credo sia giusto vestirla di conseguenza. Quello che faccio è, con ogni probabilità, solo un rilassante tributo alla preistoria.
